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Orientamento all’ospite e ambizione: il percorso di Alex Busato in HNH Hospitality
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Da settembre a novembre 2021 abbiamo attivato il quarto sondaggio di fine estate, il secondo “dell’era covid-19”.
Scopo del sondaggio è stato quello di analizzare le condizioni di lavoro delle persone che svolgono lavori stagionali, e valutare il rapporto tra imprenditori del turismo e dipendenti.
Queste e altre sono le domande alle quali abbiamo tentato di dare una risposta.
Al sondaggio hanno partecipato 1650 persone e 332 aziende.
Questo del 2021 lo consideriamo il sondaggio della maturità; abbiamo migliorato e aumentato le domande, inserito domande scomode, affrontato tematiche che ancora oggi in parte tabù.
Abbiamo svolto due sondaggi separati: uno per i lavoratori, uno per gli imprenditori.
Il sondaggio non ha la pretesa di verità globale, ma rappresenta la voce vera di una parte di collaboratori e imprenditori. Il nostro intento è di attivare una presa di coscienza e una crescita professionale di tutti i protagonisti, e nel contempo stimolare momenti di riflessione e di confronto, nell’interesse di tutti.
L’ESTATE 2021 ha registrato una elevatissima carenza di personale, valutata da alcuni per un 20% dell’occupazione, ad avviso di altri anche con percentuali superiori.
Nell’estate 2021 si è verificata la tempesta perfetta del lavoro nel turismo: specialisti che hanno cambiato settore, personale straniero che non è venuto a lavorare in Italia, persone che rifiutavano le offerte di lavoro, professionisti a casa in cassa integrazione.
Il 75% delle persone che non hanno lavorato, ha cercato ma non lo ha trovato. Perché così tante persone non hanno trovato lavoro? Di seguito i principali motivi:
In misura difficile da rilevare, il fenomeno – certamente presente - che reddito di cittadinanza e NASPI abbiano incentivato a rimanere all’estero stranieri che normalmente lavorano in Italia.
Quanto le persone erano informate in merito alle loro condizioni di lavoro, prima di iniziare a lavorare? Solo il 2,5 persone su cento afferma di non aver firmato il contratto.
Il 75% delle persone erano informate sullo stipendio. Il 4% dei candidati ha percepito uno stipendio superiore alla sua aspettativa. Di contro, circa il 40% delle persone aveva informazioni parziali (33,5) o assenti (8%).
il 36% ha ricevuto formazione e informazioni adeguate sulle attività da svolgere, il 36% sufficienti, non adeguate per il 28%. Valori positivi e negativi: avere il 72% dei lavoratori che ritiene la formazione adeguata o sufficiente è un dato positivo; d’altra parte quasi un 30% di lavoratori poco o affatto formati, non è un dato trascurabile.
Quasi il 75% ha detto che chi lavora nel settore è contento di farlo: il lavoro piace!
Meno gradita è invece la scelta del lavoro stagionale, che per oltre il 50% è una necessità.
I fattori di attrazione più importanti nella scelta di un lavoro rispetto a un altro sono: al primo posto benessere sul posto di lavoro, al 2° la valorizzazione della persona e del loro lavoro, terza posizione lo stipendio, in quarta giorni liberi e buoni orari di lavoro.
Quasi il 32% dei partecipanti ha guadagnato meno della stagione precedente. Oltre il 55% delle persone ha lavorato ogni giorno troppe ore: da 9 a più di 12. Inoltre, rispetto all’anno precedente quasi il 40% dichiara di aver lavorato più ore.
Quasi 1 lavoratore su 5 non ha mai avuto giorno libero, 1 su 3 se includiamo gli occasionali.
I lavoratori stagionali lavorano troppe ore e non hanno adeguati turni di riposo.
Circa il 64% dei partecipanti promuove questo benefit offerto dalle aziende, il 36% lo boccia.
Alla domanda sulla soddisfazione di trattamento da parte dell’azienda abbiamo ottenuto valutazioni positive per i 2/3 (66%), negative per 1/3. Le condizioni di lavoro rispetto all’anno precedente sono risultate: migliori per 41,4%, uguali per il 36,8%, peggiori per il 21,8%.
Alla domanda, le valutazioni positive hanno rappresentano nel complesso
Quasi il 60% dei lavoratori tornerebbe a lavorare nell’azienda, no 16,5%, valutazioni intermedie 25,2%.
Alla domanda se sono state valorizzate le competenze dei lavoratori, l’82% ha risposto positivamente.
Il 76,5 del campione afferma di non avere carenze di competenze che influiscono negativamente sul lavoro.
Molte le persone non hanno la consapevolezza che la formazione è un processo continuo, che non si ferma mai. Preoccupa che la mancata consapevolezza porterà – in un periodo più o meno lungo - parte di queste persone ad avere problemi di opportunità lavorative, legate al mancato aggiornamento.
Partita in ritardo e con incertezze, la stagione estiva è stata, per le località stagionali, una grande stagione. Le risposte positive superano l’85%; di questi, il 12% ha addirittura detto moltissimo.
A questo aggiungiamo un 77% che ci informa che il loro fatturato è aumentato, e di questi per quasi il 22% è molto superiore alla stagione precedente.
L’incertezza iniziale ha influito nelle ridotte assunzioni di inizio stagione, ma poi le aziende hanno assunto e anche più del solito. In realtà, avrebbero assunto molto di più, se avessero trovato il personale. Quasi il 70% delle aziende ci informa che avuto molta difficoltà nella ricerca di personale.
Secondo le aziende, tra le cause di questa carenza, troviamo due grandi tematiche:
I settori nei quali la carenza di personale è più marcata: settore servizi di sala e bar, seguiti dalla cucina. Ma la rivelazione del 2021 è il settore pulizie, che quest’anno ha evidenziato una fortissima carenza di cameriere ai piani.
Nel complesso gli imprenditori hanno promosso i loro collaboratori in merito alle loro abilità pratiche e alle conoscenze teoriche. Positive anche le valutazioni sulle soft skills.
Il settore più apprezzato e qualificato è quello di cucina e pasticceria, segue il front office. Quello meno qualificato il settore dei servizi, seguito dal settore pulizie e cucina.
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