In questi ultimi tre anni si è fatta particolarmente sentire una carenza che pareva destinata a scomparire: quella dei cuochi.
La scarsità di profili in ambito ‘cucina’ si estende a tutti i livelli: chef di cucina, sous chef, capo partita e aiuto cuoco.
La ricerca in assoluto più elevata è quella di bravi capi partita.
Nonostante il grande protagonismo dei cuochi, presenti ormai in tutti i programmi televisivi, anche i più “impegnati”.
Nonostante le scuole alberghiere statali e regionali traboccanti di studenti che voglio abbracciare la professione del cuoco.
Nonostante le numerosissime e molto frequentate scuole di cucina private.
Nonostante tutto ciò, le aziende ci dicono che cuochi non ne trovano.
Certamente c’è qualcosa che non funziona se dalle tante scuole pubbliche e private escono ogni anno migliaia di diplomati cuochi, che poi non entrano nel mercato del lavoro della ristorazione.
E certamente una parte di responsabilità è da attribuirsi anche alle aziende, che propongono turni di lavoro tipici di 30 anni fa, a giovani che hanno meno di 30 e quindi non accettano di lavorare 10/12 ore al giorno, seppur con alti stipendi.
Gran parte dei giovani oggi vogliono lavorare meno, guadagnando in modo proporzionato. Non sono affatto attratti da alti stipendi collegati a turni di lavoro pesanti. Le aziende si devono adeguare, altrimenti le giovani promesse in cucina le perdiamo entro 2 anni dall’inserimento nel lavoro.
Inserimento che purtroppo oggi inizia troppo tardi; spesso al termine della scuola alberghiera.
Nel breve termine i cuochi attuali possono beneficiare di molte opportunità di lavoro, molti corteggiamenti da parte di aziende, stipendi più alti, maggiori benefit…
Visto in un’ottica di medio-lungo periodo, la mancanza di cuochi non è positiva neppure per i cuochi attuali.
La carenza di cuochi comporta nel medio-lungo periodo che le persone risultino meno incentivate a formarsi e aggiornarsi.
Inoltre il sistema manterrà nel circuito lavorativo anche persone poco qualificate, poco capaci e - ancor peggio - poco volenterose.
Tutto ciò abbasserà la professionalità generale dei cuochi Professionisti (la P maiuscola non è un caso), e la qualità della cucina nella ristorazione.
Molte aziende hanno iniziato a rivolgersi a cuochi improvvisati; tendenza che aumenterà rapidamente.
Sempre di più la cucina italiana sarà cucinata da cuochi stranieri. Questo non è certo un problema, se gli stranieri sono qualificati e professionali (ne conosco personalmente moltissimi, anche chef); lo è se sono poco qualificati o, come capita spesso, sono bravi a fare una cucina standardizzata dei classici 20 piatti, ma nulla più.
Il problema dei cuochi poco capaci, oltre che dalle aziende è molto sentito anche dagli stessi chef di cucina, che si lamentano di collaboratori non adeguati, non motivati, non all’altezza del lavoro da svolgere.
LavoroTurismo è da sempre impegnato nella valorizzazione dei cuochi Professionisti.
A tale scopo abbiamo anche da tempo attivato collaborazioni con
FIC e APCI, le più importanti associazioni di cuochi in Italia.
Sono previste anche attività per valorizzare i cuochi più capaci e professionali.
Cuochi, se volete lavorare nelle migliori cucine d’Italia… venite in LavoroTurismo!
Ecco i 6 semplici step che dovete seguire:
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